Highest 2 Lowest (2025) Fai la cosa giusta (nella musica), di Spike Lee


Probabilmente la più grande premessa di questo film è quella di dover adattare in ambito moderno/contemporaneo (e in salsa rap) un film di Kurosawa ed essere allo stesso tempo un rifacimento, impresa non facile ma Lee passa dal budget di Netflix a quello di Apple con una non chalance degna di un maestro e di chi ha capito l'antifona dei nostri giorni.


Di base è un'anatomia di un rapimento formato Spike Lee, ma dentro vi è tanto di quel carisma e tecnica (un anti-inseguimento alla Friedkin e una resa dei conti morale nella prigione in dolly) che difficilmente non si può assaporare una certa autorialità. Ma anche l'etica, Spike è sempre stato contro il gansta rap, qui si sente il suo fine che si chiude in cerchio in perfetto con il soul (senza parlare da italiano, del pezzo di Celentano reinterpretato nei titoli di coda) ma la chiave di lettura è interessante e per chi non conosce determinate sfumature risulterà forse superficiale. Come Lindo, anche qui Denzel fa suo il film in più parti e più scene, mettendo in ombra il resto del buon cast (su tutti il solito catatterista Jeffrey Wright), dando alla pellicola un tratto personale che risalta nelle solite produzioni e con una verve che si può sentire in più scene.


"Highest 2 Lowest" è un Lee al suo massimo livello di riflessione e sentimentalismo, che utilizza un soggetto artistico di grande valore per offrire una lettera d'amore emozionante e profondamente divertente al cinema, alla musica, a New York, alla creatività, alla tradizione e all'eccellenza afroamericana. Uno dei grandi che fa ciò che sa fare meglio, con tutto l'amore che ha nel cuore riversato in ogni inquadratura.La musica come mezzo e anche come rinascita.





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