Höstsonaten (1978) Sinfonia d'autunno, di Ingmar Bergman



Una madre e una figlia, ma anche un regista e due attrici fenomenali: Ingmar dirige il suo film di stampo cinematografico caratteristico e affida a Ingrid e alla sua consorte artistica Liv Ullmann un film che culmina nel confronto diretto tra due interessantissimi modi di recitare.




La sceneggiatura che in prima stesura era di stampo teatrale si adatta magnificamente al corredo narrativo di natura cinematografica (qui Woody Allen ha preso più di un personaggio), ma anche l'ambientazione tra interni, montaggio e fotografia ha la sua ragion d'essere come nel crescendo finale. Ingrid mostra la freddezza estroversa di un'artista e invece Liv l'intimità di una persona benevola, solo che nell'esecuzione la prima è un marmo granitico di espressioni e affermazioni e la seconda è un'esplosione di varietà emozionali attraverso espressioni e dialettica nel mostrare.



Un connubio tra la due attrici che mi ha lasciato a bocca aperta, alchimia d'altro tempi tra vere attrici. Non male anche le prove del cast restante, in primis Halvar Björk e Lena Nyman in particolare in una parte non relativamente facile da rendere credibile. Un dramma familiare, un dramma esistenziale e infine un dramma musicale ovvero una sonata per strumenti, così come i personaggi del film, che sono dei solisti che si confrontano. Il film è bergmaniano per eccellenza, forse il più bergmaniano di tutti, nel suo ridurre al minimo ogni mediazione tradizionalmente cinematografica per lasciare al dramma il massimo di spazio e di evidenza e il minimo di inquinamento, un bisturi che affonda le sue lame in uno dei sentimenti più nobili dell'essere umano: l'amore filiale.



Girato in Norvegia, con il supporto di britannici e americani e con dialoghi svedesi, la pellicola nasce da uno dei periodi più bui della vita di Ingmar Bergman. Nel 1976, era andato in esilio volontario a Monaco dopo essere stato accusato di evasione fiscale sui proventi di alcuni film, questo lavoro segna anche storicamente il canto del cigno della carriera di Ingrid Bergman, realizzando il suo desiderio di lunga data di realizzare un film con il regista omonimo.




Commenti