The Snowman (2017) L'anti-Fincher del genere Thriller


Non vi è nulla da dire sul regista svedese, Alfredson è stato artefice di due bellissime pellicole come Låt den rätte komma in e Tinker, Tailor, Soldier, Spy. A distanza di 6 anni dall'ultima pellicola diretta si trova alle redini di un progetto inizialmente proposto a Martin Scorsese (che ne rimane produttore esecutivo) dove sono presenti tutte le carte in regola per sfornare un altro ottimo adattamento: il supporto di due grandi produttori cinematografici quali Tim Bevan e Eric Fellner, due signore incontrastate del montaggio ovvero Claire Simpson e Thelma Schoonmaker, un cast di caratteristi niente male iniziando da Fassbender e finendo con la Sevigny ed una bellisima fotografia ad opera di Dion Beebe. La pellicola però non sfrutta nessuno dei pregi citati prina ed affonda ad un tratto dentro un lago ghiacciato (che sembrava sicuro), disperdendosi all'interno di flutti oscuri dove non vi è neanche un barlume di evoluzione narrativa (nonostante un paio di colpi di scena).

Nonostante non conosca il libro di Jo Nesbø posso dire che la sceneggiatura a 6 mani (ad opera di Hossein Amini, Peter Straughan e Søren Sveistrup) non è all'altezza della trama o forse al fatto, come affermato dal regista stesso, che ad inizio riprese (di quelle svolte in Norvegia) la sceneggiatura era solo al 10-15% dal completamento e quindi Alfredson dovette perdersi i virtuosismi visivi (ben riusciti) con il paesaggio di Oslo per tappare la carenza narrativa.


(Alfredson spiega a Fassbender la trama inesistente)

Il risultato quindi è Thriller/Giallo con contaminazioni splatter caratterizzato da un intreccio mal esposto, confusionario e mal gestito. Più storie si accavallano e si intersecano secondo un filo comune: madri con figli (di cui non si sa di chi sia il padre) che vengono uccise da un killer. Ogni morte viene firmata con un pupazzo di neve e chicchi di caffè. Il problema più grande è che non esiste un minimo di tensione, paura, angoscia o anche solo voglia di capire cosa succederà. Non ci si affeziona a quasi a nessun personaggio perché tutti poco caratterizzati (salvo solo la bella Rebecca "Lampone" Ferguson ed in parte anche Fassbender). È tutto clamorosamente glaciale come il paesaggio che fa da sfondo alle vicende. Difficile da seguire, poco interessante, colpi di scena praticamente assenti: il killer principale si sgama quasi subito se si è attenti ai particolari disseminati dal regista.


(Non stupitevi se la vostra faccia assomiglierà a quella dei pupazzi durante la visione)

A conti fatti sembra che in fretta e furia il film sia stato realizzato per ricalcare/emulare il successo di pellicole inerenti come ambientazione e trama (vedasi Uomini che odiano le donne o anche I Fiumi di porpora) senza però porre delle solide basi su questa corsa su un lago ghiacciato. La regia di Alfredson è ben dettagliata e ineccepibile, bellisime certe scene che vengono avvolte dalla suggestiva ed inquietante ambientazione norvegese, dove la telecamera si muove bene concedendosi anche dei bellissimi dettagli durante lo svilupparsi dei crimini (che nelle modalità ricordano quasi Trauma di Dario Argento anche per l'arma utilizzata) unita poi alla fotografia del già citato Beebe è una gran accoppiata ma inutile visto lo scarso supporto della sceneggiatura e del montaggio.



Tristemente in due ore il gran bel vario cast formato da: Fassbender, Ferguson, Simmons, Toby Jones, Val Kilmer, Charlotte Gainsbourg ed infine Chloë Sevigny (addirittura in due ruoli) non riesce ad imporsi (vuoi per colpa della trama o per la poca alchimia in fase di sviluppo recitativo) non introduce ne una caratterizzazione tridimensionale ne uno straccio d'empatia con lo spettatore. Questo film è l'anti-Fincher dei Thriller moderni dove le caratteristiche del genere vengono messe in ombra da una sceneggiatura dispersiva. Citazione per Malco Beltrami che oltre qualche composizione interessante regala una scelta stranissima delle suonerie dei cellulari.

(Rebecca "Lampone" Ferguson sarà l'unica cosa che ricorderò del film, oltre l'ambientazione)

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