Infinity Pool (2023) Maschere & Body Horror, la vacanza da incubo di Brandon Cronenberg


- Sai perchè la tradizione dei duplicati di Li Tolqa è davvero unica? Inizio a pensare che si tratti di un talento poetico, abbiamo tentato di riprodurre il procedimento in laboratorio ma siamo troppo letterali, non prendiamo mai in considerazione il legame trascendentale -



Non si può certo dire che Cronenberg Jr. non abbia stoffa nel genere in cui approccia (anzi), sono già tre pellicole che dimostra di reggersi tranquillamente sulle proprie gambe nel cinema che ha reso famoso nel mondo suo padre. Differentemente da Cronenberg Sr. che era avanti anni luce con la sua Body Horror negli anni 80, il ragazzo è molto più contemporaneo (non moderno o futurista, sia chiaro) riflettendo la visione della società in cui noi viviamo, in storie che non sono apparentemente costruite su futuri non troppo lontani ma attuali. "Piscina infinita" (traduzione del titolo, ma letterale perché risulta un gioco di parole in originale) è come sempre un progetto personale di Brandon Cronenberg, la genesi della sceneggiatura risale alle proprie esperienze reali vissute durante delle vacanze insoddisfacenti (lontane comunque da quelle viste nel film, ovviamente) che è poi sono state unite a una storia di fantascienza sull'uccisione di cloni, che aveva scritto precedentemente. Inizialmente doveva uscire per la fine del 2019 ma la dilatazione del progetto portò l'uscita in questo 2023, dopo aver passato il 2022 nel dirigerlo a spasso per l'Europa dell'est (Croazia e Ungheria) e finendo con la post-produzione a Toronto.




La trama vien da sè: il romanziere James Foster e sua moglie Em trascorrono del tempo in un resort nell'immaginario paese costiero di Li Tolqa, dove è in corso un festival locale. Il cronico conflitto coniugale della coppia si aggrava quando Gabi, una fan dell'unico romanzo che James ha pubblicato fino ad oggi, li invita a trascorrere del tempo con lei e suo marito Alban. I quattro cenano e decidono di trascorrere il giorno successivo guidando in campagna, anche se sono stati avvertiti che i turisti devono rimanere sempre nel complesso del resort. Inutile dire che i guai cominciano proprio quando escono dal resort. Come per il suo ultimo film, "Possessor", Cronenberg Jr. ha marcato l'interesse (come il padre) per il body horror oltre la carne, colpendo noi e i suoi personaggi con sangue, cartilagine e deliri trascendentali. Si perché, il cinema di Brandon riflette il periodo più attuale della fase Cronenberghiana in cui l'apporto della tecnologia si mescola a quello della spiritualità fisico/mentale senza però prefiggersi la summa artistica vista in "Crimes of the future". Brandon ha una carriera davanti e quindi passo per passo se la costruisce, film dopo film, aggiustando la mira e calibrando chi e cosa colpire quando mette in atto il suo genere cinematografico che in sostanza è il "technothriller" (o thriller body horror d'influenze cyberpunk). In questo caso, particolarmente viene presa di mira una certa cerchia di persone altolocate e senza scrupoli nei loro periodi al di fuori del lavoro, venendo mostrati alla stregua dei Drughi di Alex in "Arancia Meccanica", ma pure le particolari situazioni di certi stati in cui i resort sono solo uno specchietto di paradiso rispetto alla nazione martoriata in cui si va in vacanza, Li Tolqa è ovunque in questo mondo. Sembra anche che lo scrittore fallito interpretato da Alexander Skarsgård (che per il secondo anno di seguito azzecca pellicola/regista e co-protagonista bionda con la quale fare follie) rifletta il modo in cui lo stesso regista è stato criticato dalla cerchia cinematografica, in questo la recensione cattivissima del libro fittizio "Involucro variabile" sembra un citare la sua opera di debutto "Antiviral" e come fu recepita al tempo.




Ma oltre queste critiche sociali ed economiche, la potenza della pellicola sta nello sdoppiamento attraverso la clonazione, in cui questi personaggi possono liberarsi dei freni inibitori, tanto sarà il loro clone col pagarla cara infrangendo le leggi della nazione fuori di testa (di cui l'aspetto legislativo, tecnologico e religioso sono molto interessanti) nella quale sono in vacanza. In questo la sceneggiatura rivela presto (anche se la morbosità comincia con una sega a freddo!) che sono i turisti i veri barbari, che trattano ciò che li circonda con insensibile disprezzo, in un delirio di visioni provocatorie e punitive: allucinazioni, orge, pugnalate, sparatorie e chi ne ha più ne metta, "Infinity Pool" continua la linearità di trama pervenuta nell'opera precedente, questa volta però aggiunge una critica neanche troppo celata (se non lampante) alle classi privilegiate e ai loro vizi. In una parata di maschere (stile Slipknot), cloni a volontà e una perversione mentale allucinata caleidoscopica (due scene magistrali in questo, una di sesso e l'altra un incubo) che mano a mano cresce per tutto il film, dove culmina con la più totale apatia e indifferenza alla fine di questa vacanza da incubo. Buono il cast, Mia Goth si conferma la scream queen per eccellenza di questa decade, che non si risparmia proprio niente quando è davanti alla telecamera, di una bellezza anarchica impressionante.





Commenti

  1. non posso dire di aver amato incondizionatamente questo film, però fa certamente effetto. Mi è piaciuta la scena in cui [SPOILER] finito il periodo di folle divertimento nel "terzo mondo" i nostri turisti tornano a casa e i loro dialoghi sono quelli delle persone qualunque con problemi prosaici di vita e di lavoro. Mentre il protagonista, che si è fatto trascinare nelle loro follie, resta anche se la stagione è finita, perché non concepisce un ritorno alla normalità.

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