Asylum (1972) La morte dietro il cancello, il manicomio della follia



Altro suggestivo film antologico a episodi horror prodotto dalla Amicus Productions, questa volta Robert Bloch ritorna alla sceneggiatura mettendo come nodo di giunzione narrativo un manicomio, in cui uno psichiatra verrà sfidato nel riconoscere l'ormai impazzito direttore che si annida trai suoi malati. Dei sette film che compongono il catalogo completo di antologie horror della Amicus Productions, usciti tra il 1965 e il 1976, Asylum potrebbe senza dubbio essere il mio preferito come ambientazione vista la premessa.





Diretto da Roy Ward Baker (che guidò Marilyn Monroe attraverso uno dei suoi primi ruoli drammatici in "Don't Bother to Knock" del 1952) e fotografato in modo evocativo dal britannico della New Wave Denys Coop (A Kind of Loving, Billy Liar), Asylum rimane un esempio di film horror portmanteau al culmine della sua forma, scritto in modo accattivante, intrigantemente ben interpretato e dannatamente divertente. Molti film horror oggi, trovano la repulsione molto più facile come mezzo narrativo rispetto alla paura genuina, al contrario, le antologie della Amicus erano estremamente abili nel creare horror spettrali senza risultare disturbanti o grossolani.



Nonostante non tutte le storie siano allo stesso livello qualitativo, la più riuscita (rispetto alla sua evidente previdibilità nel colpo di scena) è quella che vede per protagoniste le giovanissime Charlotte Rampling & Britt Ekland, anche se io vero piatto forte rimane la storia principale ambientata nel manicomio e al suo folle epilogo. Il film come sempre porta a casa il compito con eleganza asciutta anche grazie ad interpreti come: Herbert Lom, Patrick Magee, Barry Morse, Geoffrey Bayldon e il sempre mitico Peter Cushing. Non male l'uso del pezzo "Night on Bald Mountain" di Modest Mussorgsky come colonna sonora.

Commenti

Quello che tira di più