Nemesis (1992) Full Metal Cyborg, il talento di Albert Pyun


Più approfondisco la filmografia di Albert Pyun, più mi rendo conto di come una mente fertile nel cinema possa anticipare di dieci anni tematiche che faranno successo ai botteghini di tutto il mondo (o comunque cavalcare uno stile, quello derivante dagli anime giapponesi, non ancora totalmente affermato nello stilr cinematografico). Muovendosi su tematiche derivative di prodotti di successo degli anni 80 come "Terminator" di Cameron o "Predator" di McTiernan, Pyun mette in scena una lotta tra umani e tecnologia davvero notevole seppur muovendosi su una trama minimale, in cui nei 90 minuti (o poco più) del film almeno un'ora è dedicata alla pura azione sparatutto (o spara a tutto) di stampo FPS, che ha reso famosi videogiochi di culto a cavallo tra metà anni 90 e inizio 2000.



La carenza del budget (solo due milioni di dollari) di sicuro non mina nella sua integrità la forza cinematografica del film, che anticipa come estetica i "Matrix" delle Wachowski e pure il suo "Omega Doom" tanto che potrebbe risultarne un prequel apocrifo, nonostante la mancanza dei mezzi la messa in scena è notevole e solida, coadiuvata dalla sceneggiatura di Rebecca Charles dal gusto dannatamente cyperpunk. Tra cyborg, splendide ginoidi, intrighi politici e tante (ma tante) pallottole "Nemesis" si prende un posto di rilievo tra quei B-movies in puro stile anni 90 che hanno avuto seguito negli anni, il mix tra l'azione tipica dei film di Hong Kong e l'estetica anime nipponica (non per nulla il film è stato ben recepito in Giappone) è accattivante e mai sottotono nonostante la semplicità della trama. La fotografia di George Mooradian è sempre manna dal cielo con quelle sue tonalità calde e la colonna sonora di Michel Rubini incalzante per la mistura di generi in cui si possono percepire anche tonalità che vanno dal jazz fino alla progressive.



Il cast vanta caratteristi di rilievo come Brion James, Jackie Earle Haley, Thomas Jane e Cary-Hiroyuki Tagawa, ma anche gnocche pazzesche come Marjorie Monaghan, Jennifer Gatti, Borovnisa Blervaque e Deborah Shelton e in più il kickboxer Olivier Gruner prestato al ruolo di protagonista che sa tanto di Jean-Claude Van Damme e questo non fa male. Alla fine, nonostante le pecche negli effetti speciali nell'ultimo atto nel film, resta una pellicola da riscoprire anche solo per notare le incredibili doti del regista Pyun nel cinema d'azione (con riflessi Cyberpunk), davvero notevoli nella loro messa in scena. Resta comunque il film più bello di Albert Pyun, con i suoi scenari multinazionali e l'estetica di business men con pistole mitragliatrici, che mescola abilmente lavoro in esterni e scenografia a basso budget, anche quando si trasforma per lo più in un film di inseguimenti con robot, è comunque pieno di eccezionali lavori animatronici e protesici e di acrobazie fantastiche.

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