Weapons (2025) Le armi non convenzionali (del cinema) di Zach Cregger
Le armi non convenzionali di Zach Cregger: essere grottesco, violento al punto giusto, atipicamente ironico, sfaccettato nei punti di vista narrativi dei personaggi e quel tocco di magia old school (Jacques Tourneur proprio lui, ma anche Wes Craven perché parliamo di quel genere di negromanzia Haitiana).
Zach non ripropone Barbarian, ma furbescamente adotta la frammentazione narrativa (ma non nello stile di regia) attraverso un cast azzeccatissimo (Julia Garner, Josh "Non è un paese per bambini" Brolin, Alden Ehrenreich, Austin Abrams, Cary Christopher, Benedict Wong e Amy Madigan) per un mistero che fa tanto Shyamalan ma che in realtà non si perde troppo in spiegoni patinati e colpisce con forza appena può. Che poi al suo interno si possano trovare rimandi a Magnolia di Paul Thomas Anderson o al classico IT di Stephen King (quello firmato da Tommy Lee Wallace) sono solo altre armi in più che la sceneggiatura regala, insieme ad una regia ipercinetica ma anche capace di creare tensione quanto mistero al suo interno.
Zach Cregger si muove in punta di piedi tra qualcosa di profondamente inquietante e assurdamente comico, riuscendo a trovare una posa perfettamente bilanciata con "Weather". Cregger tiene il ritmo narrativo abilmente in pugno per tutto il tempo. Non sorprende che l'uomo che ha creato "Barbarian" ci abbia ora regalato un'altra avventura fuiri di testa, ma questa volta il modo in cui passa da elementi e prospettive è ancora più incisivo, un passo avanti importante rispetto al debutto. Un minuto è soffocantemente spaventoso, quello dopo viene da ridere a crepapelle, e poi all'improvviso è una tragedia per tutti i personaggi coinvolti.









Commenti
Posta un commento