The Howling (1981) La licantropia secondo Joe Dante


Gli anni 80, a discapito della continua riproposizione commerciale di questi ultimi tempi, sono stati un calderone pieno di grandi idee e originalità per ogni genere non fa esclusione quindi The Howling (L'ululato da noi) del 1981 di Joe Dante. Si può iniziare parlando che Dante non fu la prima scelta per la regia, difatti subentrò ad Jack Conrad (che ebbe problemi con la produzione) lo stesso anche per lo sceneggiatore originale ovvero Terence H. Winkless il quale fu sostituito a sua volta da John Sayles (che aveva gia lavorato precedentemente con Dante in Piranha) che riscrisse la sceneggiatura dato che secondo Dante la prima stesura di Winkless era insoddisfacente.


Il soggetto del film è tratto dall'omonimo libro di Gary Brandnerl dal quale però Sayles ne riscrive l'atmosfera adottando un registro narrativo dalle contaminazioni satiriche e dalla critica sociale pungente (tipiche della filmografia di Joe Dante). Il merito del successo (oltre che della produzione e al regista) va anche al fatto che Dante richiamò agli effetti speciali un altro suo vecchio collaboratore di Piranha, ovvero un certo Rob Bottin che si metterà in mostra grazie alla prima trasformazione in tempo reale di un Lupo Mannaro su pellicola. Difatti il film ha battuto di pochi mesi Un lupo mannaro americano a Londra come primo film in cui si vede "in diretta" una trasformazione da uomo a licantropo. Questo poiché il make-up artist inizialmente contattato per L'ululato altri non era che Rick Baker. Baker, credendo che, per ragioni economiche, il film di Landis non sarebbe mai andato in porto, rivelò la volontà di Landis, da quest'ultimo comunicata al truccatore anni prima, di realizzare una trasformazione senza stacchi di montaggio. Landis s'infuriò per la rivelazione, ma Baker rinunciò poi al film di Dante e realizzò comunque gli effetti speciali di trucco per il film di Landis.


Il cast è onestamente variegato e degnamente motivato nella recitazione durante tutta la pellicola, da citare in particolare le due figuri femminili di spicco ovvero l'eroina interpretata da una giovanissima Dee Wallace (che sposerà l'attore che interpreta sua marito nel film ovvero Christopher Stone) e la conturbante lupa cattiva interpretata da un'icona sexy del genere horror anni 80 come Elisabeth Brooks senza poi scordarsi di citare il cast di supporto come: Patrick Macnee ed il noto caratterista Richard "Dick" Miller che rivestono bene e credibilmente i ruoli di contorno nello sviluppo narrativo.


Il film mescola sapientemente orrore ed erotismo in modo originale, il mito del lupo mannaro viene rispettato grazie ad una storia che ne evidenzia le caratteristiche senza scadere nel cliché. Dante è bravo a celare i mostri quando serve, creando un clima di tensione e suspense molto alto che nella prima parte avvolge lo spettatore in modo mellifluo e accattivante (l'incipit metropolitano è molto riuscito quasi da thriller). Nella seconda metà l'orrore esplode e arrivano sangue e azione, presentando cosi un menù horror completo. L'opera risulta ancora oggi riuscita anche grazie all'atmosfera e all'ambientazione sinistra e isolata, aspetti esaltati da una regia ispirata e una fotografia dark molto suggestiva nei boschi (di John Hora) di livello. Il tutto condito dalla suggestiva colonna sonira di Pino Donaggio (che aveva anche lui collaborato con Dante in Piranha) che nel finale regala un assolo d'armonica che difficilmente si scorda.



Il finale è forse il salto di qualità della pellicola, con buoni colpi di scena, grandissima tensione e commovente l'ultimissima sequenza (nonostante che la trasformazione sia più canina che mannara). Dante attraverso il film vuole fare sicuramente una critica (e si capisce anche dall'epilogo) verso l'uomo stesso, alla bestia che è rinchiusa dentro di lui ma anche una riflessione sul mondo della televisione sensazionalistica ad ogni costo. Non stupisce che Il film fu un trampolino di lancio ad Hollywood per Joe Dante, che da li a poco sarà chiamatona dirigere una produzione di Steven Spielberg, ma questa è ben altra storia.

Commenti

  1. Film davvero bellissimo e quasi unico nel suo genere. A dire il vero la prima volta che l'avevo visto l'avevo trovato ridicolo ma riguardato da "adulta" ne ho apprezzato molto la vena satirica (con temi peraltro tuttora molto attuali) oltre che l'aspetto horror.

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    1. Si beh la parte iniziale e centrale a volte presentano un paio di scene abbastanza leggere e sottotono...ma poi quando ingrana il ritmo il film prende un senso e si ritaglia uno spazio personale per il genere...grazie per la visita..;)

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