Les Prédateurs de la Nuit (1988) La clinica degli orrori di Jesús Franco



Era da un po' che volevo bazzicare da queste parti, intese come le filmografie di Jess Franco e dell'altro genio Jean Rollin, fattore vuole che ci stiamo avvicinando a Natale e per lo più mi trovo anche in quella zona dei film atipici ambientati in quel periodo, una cerchia particolare che comprende vari titoli conosciuti fatti da altrettanto noti registi come: Kubrick, Shane Black e Joe Dante. Quindi sia per mia curiosità personale che per coincidenza di questi fattori posso finalmente parlare del regista spagnolo (di Madrid) Jess Franco, un artista molto profilico e anche molto controverso per le produzioni che attuava in campo cinematografico, un cineasta che ha basato la carriera sul semplice insegnamento «¡Una cámara y libertad!» (un telecamera e libertà). Un vero cultore cinematografico oltretutto, con una vastissima conoscenza della settima arte e che non si è mai piegato alle etichette: sia che fossero autoriali, che dispregiative tipo autore di serie B o C (come normalmente la critica lo relegava). il suo grande trucco di creatore è sempre stato quello di mettere come base il genere exploitation al servizio di una sottile linea di contaminazione tra l'horror e l'eros, questo gli ha fruttato grandi estimatori come Orson Welles e (ci mancherebbe) pure Quentin Tarantino ( di cui anche anche la sua Elle Driver in "Kill Bill" prende un po' da qui). Quindi ecco a voi "Les Prédateurs de la Nuit" conosciuto da noi in Italia con il titolo "I violentatori della notte".



Questo film è molto particolare nella carriera del regista perchè segna l'inizio della carriera con un film d'alto budget, tutto questo è dovuto al produttore René Chateau che volle a tutti i costi finanziare (e pure scrivere) questa pellicola. L'obiettivo di René Chateau era nobile, produrre con uno stile prestigioso un genere raramente in voganel suolo francese, attribuendo un ruolo significativo alla sua compagna (di allora) Brigitte Lahaie, una grandiosa (e biondissima) femme fatale francese in tutto e per tutto (vedere per credere), che dopo aver fatto gavetta nel settore pornografico si è dedicata al cinema di genere con grande successo. Con il suo complice Michel Lebrun, sceneggiatore di commedie, René Chateau firmò la sceneggiatura sotto lo pseudonimo di Fred Castle. Conobbe Franco durante il tour di presentazione del film "Dark Mission", in cui la stessa Lahaie aveva un ruolo, rimanendone subito affascinato. Così Chateau offrì a Franco l'opportunità di dirigere la pellicola, ma sotto la sua più attenta supervisione, dandogli in mano un cast internazionale e una bella fetta di budget per le riprese, cosa totalmente al mondo dacui il regista iberico proveniva. Franco accettò la proposta, anche se la pellicola non lo motivava più di tanto perché si trattava di girare l'ennesimo rifacimento del suo "Il diabolico dottor Satana/, famosa versione mascherata del film di Franju ("Occhi senza Volto"). Infatti in "I violentatori della notte", ha chiamato il personaggio di Howard Vernon con il nome del protagonista Orlof, citazione al suo film.



Nel cast internazionale offerto al regista troviamo: Helmut Berger, Telly Savalas e Christopher Mitchum, che personalmente ho trovato tutti adatti al ruolo impersonato. A fronte di questo cast maschile, René Chateau dispone di un cast femminile che gode di un certo prestigio tra gli appassionati delle produzioni di genere: Christiane Jean, Caroline Munro, Florence Guérin (che interpreta sé stessa) e l'immancabile Lina Romay. Tuttavia, nonostante le situazioni che si prestano a un erotismo torbido e malsano, René Chateau manterrà le attrici piuttosto vestite (anche perchè una è la sua compagna) sullo schermo. Il motivo è semplice. Il produttore punta sul divieto dei bambini sotto i 13 anni. Decisione probabilmente maledetta visto che si trasformerà in rammarico a causa del fallimento del progetto al botteghino. Però Brigitte Lahaie si trova dove voleva, in mezzo a due star del cinema. Una sua probabile consacrazione insomma, che getta il suo passato alle spalle, in cui lei ci crede particolarmente. In questo film si consacra come archetipo hitchcockiano della bionda letale, Lahaie ha un certo talento nell'interpretare la stronza sadica e non ha nulla di cui vergognarsi del suo lavoro. Ritrae una donna dal cuore crudele, gelosa della sorella incestuosa – ma sfigurata – del suo amante, direttore di una prestigiosa clinica e chirurgo plastico che cerca di ricucire la sua famiglia.



La trama vien da sé: Una ex paziente del Dr. Frank Flamand, la sfigurata Mrs. Francoisis, cerca di vendicarsi del dottore per un intervento mal riuscito gettandogli dell'acido in faccia ma lo manca e prende al suo posto la sorella di lui, Ingrid, in pieno viso, provocandole profonde ustioni. Il Dr. Flamanda farà di tutto per risanare il volto della sorella sfigurata assieme alla sua compagna Nathalie, addirittura chiamando un nazista esperto di trapianti facciali da vivi, sperimentati durante i campi di concentramento. Da una trama simile si possono facilmente capire i risvolti dei generi in cui esso sguazza (e in cui sa osare certe volte) : drammatico, poliziesco e horror. Questi sono i tre punti focali di genere in cui la trama prende vita e che risulta più riuscita quando si arriva alle derive prettamente gore, dove splende il tocco di Jacques Gastineau che aveva già lavorato su "Lifeforce" di Tobe Hooper, senza contare la figura del pazzo seviziatore aguzzino della clinica, intepretato da Gérard Zalcberg, che risulta l'unico personaggio maschile più centrato per genere e per recitazione. Tirando le somme: nonostante possa sembrare un film quasi fatto in modalità "pilota automatico" dal grande Uncle Jess con il suo solito cast di grandi fregne, anche per via delle problematiche di produzione, vi si ritrovano molte caratteristiche al suo periodo spagnolo, oltre al rimando alla sua prima pellicola del 1961 che è letteralmente richiamata nella storia. Il film ha un grosso budget e cast di grandi nomi, forse girato con indifferenza perchè diverso dalle sue classiche produzioni a basso costo, riesce nel mostrare il tocco personale del regista, ovvero quella sottile linea che divide l'eros e il macabro nei suoi film. Convenzionalmente è più un thriller a tinte erotiche e gore. Brigitte Lahaie femme fatale totale, nata per questo tipo di cinema, è quella che meglio risalta all'interno della storia.



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