Masters of Horror: Deer Woman (2005) Leggenda assassina di John Landis

Non è di certo "Una candida cerva sopra l'erba" di Francesco Petrarca, dove il poeta metaforizzava il suo primo amore per Laura e la gloria, non è neanche "Il cervo ferito" di Frida Kalho che dimostra il dolore esistenziale; è solamente Landis che si diverte come sempre tra commedia, orrore e tette. In un certo senso è come se "Il bacio della pantera" incontrasse "Un lupo mannaro americano a Londra", presupposto confermato dallo stesso John Landis con un "è quanto mai ridicolo": una donna bellissima che in preda all'orgasmo, come da antica leggenda nordamericana, si trasforma in un cervo e riduce l'uomo che ha sedottoin un ammasso informe di carne. Nelle mani di Landis diventa l'ennesimo spunto pe fondere la commedia con l'orrore. Un mix non nuovo alle sue corde che a Landis riesce benissimo. La sceneggiatura non lesina sugli stereotipi, ma li cavalca con un'ironia che rende il gioco scoperto, e quindi accettabile. Il pregio (come sempre) di Landis è di non prendersi troppo sul serio e alternare momenti esilaranti all'horror (i sanguinosi omicidi). Il suo punto di forza è la demenzialità di alcune trovate e nelle interpretazioni del buon cast.
La trama vien da sé: la vita di Dwight Faraday non è più la stessa da quando sua moglie l'ha lasciato ed un incidente sul lavoro ha compromesso la sua carriera di detective. Oramai, infatti, gli vengono assegnati solo casi in cui sono coinvolti degli animali. Tuttavia, quando viene rinvenuto il corpo di un camionista morto in circostanze misteriose ma con evidenti ferite provocate dal calpestio di zoccoli di un qualche strano mammifero, Dwight si sente nuovamente utile al dipartimento e conduce le indagini con lo zelo che lo ha sempre contraddistinto.
Impossibile quindi non rimanere affascinati quando Landis si applica al genere horror, anzi per meglio dire quando il genere horror si applica a John Landis. In questo film, scritto a quattro mani con suo figlio, si sente quella verve che aveva reso così iconico il suo "Un lupo mannaro americano a Londra", questa volta però non siamo a Londra, non siamo negli anni '80 e la leggenda assassina non è il classico licantropismo europeo ma una sirena del folklore nativo americano, infatti la Donna Cervo ben si adatta come seguito spirituale e iconografico a quella pellicola. L'ironia, l'approccio investigativo, i dialoghi con tempi comici mai sbagliati e anche i diversi tocchi gore e splatter ben si adattano a questo film con un Landis più che mai sul pezzo. Cast non da meno, tra cui è impossibile non citare la cerva fatale che ha la presenza fisica di Cinthia Moura (modella brasiliana) ma anche il biondismo di Sonja Bennet rende il colpo e in particolare Brian Benden.





Commenti

  1. John Landis è il migliore, quando avrà sentito dire che ogni episodio di questa serie doveva avere morti violente e scene di nudo è andato a scegliersi l'attrice più sexy di entrambe le stagioni, ho amato questa sua nativa americana mannara ;-) Cheers

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