Watcher (2022) Thriller mon amour, le regole base del genere secondo Chloe Okuno



Questo che porto oggi è senza dubbio uno dei titoli che mi ha più interessato (a livello di genere che rappresenta) nel 2022, sin dalla prima breve anticipazione data dal suo trailer al cinema. La regista Chloe Okuno non mi era di certo nuova, infatti è anche lei facente parte di quella grande officina di registi usciti fuori dalla serie antologica “V/H/S”, suo è l'episodio “Storm Drain” in “V/H/S/94” del 2021. La partecipazione al progetto della biondissima australiana Maika Monroe è stata un'altra arma in più ai mei occhi, ormai l’attrice può definirsi una delle migliori interpreti per il genere da quando saltò fuori in “It Follows”, di cui “Watcher” ne ha le fattezze. Si perché alla fine dei conti è la Monroe inseguita da una non ben definita presenza che la terrorizza a morte, ma sarebbe riduttivo relegare la pellicola solamente a questa forma di presentazione e vendita, dato che le basi sono da ricercarsi nel puro thriller psicologico più che nel classico horror. Il fatto poi che la peste cinese abbia cambiato radicalmente l’ambientazione (da New York a Bucarest) è stata forse l’arma in più a livello di trama, visto che ha permesso ancora di più di mostrarne l’alienazione in un posto di cui non si conosco abitudini e lingua.
La trama vien da sé: L'attrice americana Julia si trasferisce a Bucarest con suo marito, Francis, che accetta lì un lavoro di marketing. Francis, la cui madre è rumena, parla la lingua, ma Julia no. La coppia si trasferisce in un condominio con una grande vetrata nella stanza da letto. Julia nota immediatamente un uomo che la fissa da una finestra dell'edificio dall'altra parte della strada. Mentre Francis lavora per molte ore, Julia cerca di familiarizzare con la città e inizia a imparare il rumeno. Tuttavia, è continuamente innervosita dall'uomo alla finestra, che la osserva quotidianamente. La paura di Julia aumenta quando viene a sapere di un serial killer, soprannominato "Il Ragno" dai media locali, che sta uccidendo e decapitando giovani donne.
"La finestra sul cortile" di Hitchcock, "L’inquilino del terzo piano" di Polański e "Omicidio a luci rosse" di De Palma, sono il corpus della stilistica del film (difatti abbiamo appartamento, cinema e metro come scene principali): questo giusto per dire che quando si prende come esempio tre capisaldi del thriller come quelli, difficilmente si sbaglia il colpo, in particolare se si è al primo lungometraggio. Chloe Okuno ha riadattato quelle idee in “Watcher”, con la giusta verve ed enfasi, coadiuvata da una Maika Monroe (biondissima e bravissima come sempre) che ormai per la terza volta si conferma una perfetta attrice per il genere. Da vedere e comprendere, perché talvolta la semplicità di trama (qualcuno direbbe del già visto) quando è diretta nel modo giusto, lascia sempre spazio alle sorprese. Oltretutto Burn Gorman è perfetto nel ruolo, confermandosi un ottimo caratterista. Bucarest e la cultura rumena offrono un bellissimo scenario che non lascia niente al caso, mostrandosi in una fotografia algida e alienante dal punto di vista della protagonista.


Commenti

  1. Piccolo film che ha fatto i compiti, avercene ;-) Cheers

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  2. Adorabilmente raffinato, con una protagonista bravissima e tanti elementi, a livello di scenografia e costumi, che lo rendono indimenticabile nonostante la trama derivativa.

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    1. Si è vero, la composizione delle immagini è davvero certosina. Raffinatezza voluta e dovuta per esaltare il genere che rappresenta.

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