Memories of Murder (2003) Memorie di un assassino, di Bong Joon-ho


Anche se si sta facendo lunga, continua la mia rassegna di personali recuperi di film prodotti dall Corea del Sud, che mi mancavano in agenda, di cui ovviamente "Memories of Murder" di Bong Joon-ho (del 2003) non poteva mancare all'appello. Per molti versi questo film di Bong potrebbe definirsi antesignano dell'altrettanto interessante "Zodiac" di David Fincher, nonostante le dinamiche del primo non siano poi così dissimili al secondo. Spiegandomi meglio, se il film di Fincher basa la sua natura su un caso mitologico irrisolto della criminalità americana, lo è anche quello di Bong. Vige la regola, il killer sono tutti come non lo è nessuno.




A parte queste comparazioni, il film di Bong si gioca tutte le più grandi carte della sua sceneggiatura nella dicotomia dei due detective che fanno da protagonisti: il primo un campagnolo rozzo dai metodi anticonvenzionali e il secondo un raffinato quanto pignolo in ogni singolo indizio uomo di città, che nel loro scontrarsi irrimediabilmente su presunti colpevoli e indizi poco chiarificatori non caveranno un ragno dal buco, lasciando il killer a piede libero. Oltre all'epopea delle indagini, a cavallo tra il drammatico e il grottesco, la pellicola sfoggia l'audacia della regia che si permette bellissime riprese (quella del tunnel è spettacolare) che sfruttano gli scenari nel miglior modo possibile. La fotografia di Kim Hyung-ku ritae la bellissima campagna come anche l'oscurità degli ambienti chiusi con dettaglio e perizia. Per il fan del genere questo è un film immancabile.

Commenti

  1. Alcuni aspetti di questo film rimandano a una trasformazione sociale della Corea del Sud, diciamo un passaggio a una maggiore democrazia. Aspetto interessante del film visto che del paese so pochissimo. La frustrazione del poliziotto, quella scena finale (SPOILER!!!) in cui si volta a guardare gli spettatori, restano un momento molto emozionante del film. In effetti fa pensare a quella scena di Zodiac in cui l'investigatore va al negozio in cui lavora il sospetto che non si riesce a incastrare... solo che in quel caso ha il piacere (dispiacere) di vederlo in faccia.

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  2. Un finale amaro, per un film nel complesso parecchio riuscito, capace nella sua "bizzarria" di convincere.

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