The Wailing (2016) Storie di demoni coreani, quel Diavolo di un giapponese


Vi ricordate la frase a proposito degli inganni del demonio di Padre Lankester Merrin (interpretato dal grande Max von Sydow) in "The Exorcist" di William Friedkin? 

- È particolarmente importante l'avvertimento di evitare qualsiasi dialogo con il demone. Possiamo rivolgergli domande pertinenti, ma andare oltre è pericoloso. Il demone è bugiardo, mentirà per confonderci. E alle menzogne mescolerà anche la verità, per aggredirci. La sua è una aggressione psicologica. -

Ecco questa disamina rappresenta pienamente l'essenza di questo film diretto da Na Hong-jin, qui da noi in Italia conosciuto con il titolo "Goksung - La presenza del diavolo", incentrato su un poliziotto che indaga su una serie di misteriosi omicidi e malattie in un remoto villaggio coreano per salvare sua figlia. Quella che "The Wailing" ci presenta è un racconto criptico che si può spiegare difficilmente a chi non l'ha, anche perché la storia stessa ci tiene all'oscuro di determinate informazioni necessarie. Quasi un riflesso della vita reale, vi è un causa-effetto per tutto ciò che ci accade in quello che ci viene mostrato. Ma la maggior parte delle volte non sappiamo quale sia la causa. Solo l'effetto.



Im "The Wailing" né il Cristianesimo (il regista è un cattolico non praticante) né lo Sciamano (il paganesimo) né gli spiriti presenti (forze occulte) hanno/danno le risposte. Il prete dice semplicemente di fidarsi dei medici, anche se i medici hanno fallito. Lo sciamano tradisce ambiguamente la fiducia del protagonista e nessuno degli spiriti presenti mostra la vera natura della loro presenza nel villaggio, né la Donna in Bianco (forse ipotetico spirito protettore del piccolo villaggio) né lo straniero nipponico (il diavolo incarnato o forse una proiezione dello stesso subconscio umano), spiegheranno completamente sé stessi a nessuno creando una sottile e sfocata linea di divisione tra il bene e il male, tra la realtà o la bugia. Infatti una delle scene chiave della pellicola si gioca sul credere a uno di questi due, in questo il passaggio di Luca 24:37-39 (messo come nei titoli di testa) dal Nuovo Testamento è la quintessenza di quella situazione, quasi come un romanzo gotico d'inizio 900 il terrore, l'orrore l'incredulità la fanno da padrone come quando gli Apostoli videro il Cristo risorto davanti a lui domandandogli se fosse reale o meno.


Ma tra tutto questo compendio di contenuti mistici, spicca senza dubbio l'abilità del regista nell'ingannare lo spettatore attraverso il montaggio e il significato delle scene, difatti il rituale del doppio esorcismo (la parte più suggestiva e atavica di tutto il film) riesce nel confondere chi vede, ingannando con astuzia facendo credere che le cose stiano andando come le si vede ma in realtà il loro scopo è ben altro, ma questo è suggerito da diversi elementi che il regista stesso ha suggerito durante tutto il film per un occhio attento. Altri richiami, sempre al Nuovo Testamento, si rifanno ai tre canti del gallo nei quali Pietro rinnegò il fatto di conoscere Gesù Cristo, senza contare il doppio amo messo nei primi fotogrammi del film che introducono in modo molto subliminale quella che sarà la continua doppia trappola del diavolo. In questo poi lo svolgimento narrativo sa mischiare benissimo l'esoterismo (quasi ai livelli di "Rosemary's Baby" e "Angel Heart") come il lato comico, drammatico e puramente onirico.


In pratica per tutti questi motivi la pellicola è poderosa e continuamente in trasformazione nel suo essere criptica a livello di sceneggiatura, ma non in senso complicato, visto che una buona parte delle soluzioni vengono colte se si ha una certa attenzione. Il film ha dentro di sé un po' tutti i generi cari ai fan dell'horror: soprannaturale, possessione, zombismo e forse anche vampirismo, nulla sfugge a tutto questo campionamento su larga scala, messo sotto la lente d'ingrandimento della religione Cristiana, quella orientale e il paganesimo (senza contare le trappole attuate dallo stesso regista per ingannare lo spettatore). Bellissima poi la fotografia che riporta una campagna rurale, quasi in perenne pioggia.



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