Barbarella (1968) Anni 60: Peace and Love nello spazio
Ci sono così tanti elementi deliziosamente stravaganti nell'avventura psichedelica fantascientifica e sexploitation di Roger Vadim, Barbarella, che non saprei da dove cominciare: il glorioso spogliarello in tuta spaziale di Jane Fonda nella sequenza dei titoli di testa o la colonna sonora (di Bob Crewe & Charles Fox) futuristica interpretata attraverso l'esotismo degli anni Sessanta sono solo alcuni aspetti di questa epopea dell'assurdo, che è una vera delizia per gli occhi e per le orecchie. Uscito oltretutto nell'anno di grazia fantascientifica nel quale si può trovare anche un certo Kubrick con 2001: Odissea nello Spazio
I modelli delle astronavi è evidente e, per gli standard odierni, la maggior parte degli effetti speciali appare, nella migliore delle ipotesi, pittoresca (anche se la scena finale nella "camera dei sogni" è piuttosto suggestiva). Ma quando l'azione è realistica e non si affida a trucchi di proiezione, il suggestivo Technicolor può risplendere e immergere il film in un mondo a sé stante. La magia di Barbarella risiede nella sua spensierata stravaganza, perché anche nelle più pericolose situazioni (essere sbranata da un esercito di bambole omicide con denti d'acciaio o imprigionata in una stanza inondata di uccelli che beccano violentemente ma anche una stanza che esige tributi suicidi per citarne alcune) Barbarella non risente del pericolo grazie al ritmo spensierato del film e al suo atteggiamento generalmente libertino. Il film esplora l'aspro e fantastico territorio alieno in una serie di sorprendenti ensemble futuristici ideati dal costumista Jacques Fonteray e dalla sartoria Farani (ispirati allo stile dello stilista Paco Rabanne, che creò la moda "spaziale").
La scenografia giocosamente pittoresca di Mario Garbuglia & Jean-Claude Forest, l'umorismo anticonformista e ammiccante, i dialoghi/personaggi infinitamente citabili, la colonna sonora immersiva, i costumi festosamente provocatori e l'eroina multidimensionale e progressista si fondono in un mirabile pastiche. Gli effetti speciali e la scenografia artificiosa non fanno che accrescere il fascino duraturo di questa bizzarra avventura, e l'interpretazione di Jane Fonda nei panni della protagonista più elegante (e dannatamente sexy) dell'universo è il fiore all'occhiello di questa stranezza cinematografica.
Ogni scena di questo film è un enigma surreale che si svela a velocità diverse e la soluzione è sempre che Barbarella si scopi qualcuno o qualcosa (nella maggior parte dei casi). Segretamente o meno, è questo che ci manca degli anni '60. Si perché Jane Fonda qui tocca l'iconicità sexy in talmente tanti punti che neanche posso citarli. Il binomio Italia/Francia ancora una volta funzione in modo eclettico in questo stravagante sci-fi, il 60s si sente lontano miglio ma l'approccio è totalmente interessante anche su certi passaggi che al pubblico odierno potrebbero sembrare pacchiani.
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