The Adventures of Buckaroo Banzai Across the 8th Dimension (1984) Le avventure di Buckaroo Banzai nella quarta dimensione, di W. D. Richter



Dallo sceneggiatore che sarà poi l'autore del grande Grosso Guaio a Chinatown di Carpenter non potevo aspettarmi di meno, pura extravaganza dello sci-fi. Un guerre stellari eclettico, con un cast invidiabile. Nel complesso è un divertente cult fantascientifico che merita la sua reputazione, e fa un lavoro intelligente (nella sua follia) nel dare priorità allo stile rispetto alla logica, e funziona alla grande con il suo senso dell'umorismo e i suoi personaggi.


È stata un visione davvero particolare e grandiosa sotto ogni punto di vista, un viaggio divertente che fonde fantascienza, avventura e un po' di commedia, ed è tutto tranne che normale, ma funziona così bene, c'è persino del rock and roll qua e là. La storia segue il Dr. Buckaroo, neurochirurgo, fisico, artista marziale e chitarrista solista di una band, sì, tutte queste cose, mentre cerca di impedire un'invasione aliena da di extraterrestri che si nascondo sotto mentite spoglie Jamaicane. Oltretutto il finale dei titoli è una cosa che ha ispirato lo stesso Wes Anderson per un suo film e questo la dice lunga.



Probabilmente la più grande collezione di attori eccentrici degli anni '80 mai assemblata: Peter Weller, John Lithgow, Christopher Lloyd, Jeff Goldblum, Ellen Barkin, Dan Hedeya, Vincent Schiavelli, Lewis Smith, Clancy Brown e, naturalmente, Yakov Smirnoff. Un'epopea spaziale fondata sul paradosso di Zenone: lo spazio tra le cose è infinito, in pratica la controparte New Wave del punk rock di Repo Man. È sicuramente un film molto bello e divertente, ma è anche una follia: è come se qualcuno avesse dato alla Cannon Films la sceneggiatura di Essi vivono e avesse detto loro di usarla per fare Flash Gordon (il che è una buona cosa... no?).



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