Here (2024) Omnia tempus habent, Il cinema sperimentale di Robert Zemeckis
Il cinema è in primis continua sperimentazione, nel bene e nel male Zemeckis ha sempre tentato di fare qualcosa di nuovo con la settima arte ed è questo quello che conta. Riuscito o meno, il solo punto di vista di una singola inquadratura per quasi tutto il film diventa una finestra temporale sul mondo americano attraverso varie epoche e personaggi. La sceneggiatura è stata tratta dall'omonimo fumetto di Richard McGuire uscito nel 1989 e ripubblicato nel 2014: Il concetto di "Here" (in entrambe le versioni) è quello di mostrare lo stesso luogo nello spazio in diversi punti del tempo, che vanno dal passato primordiale a migliaia di anni nel futuro. "Here" è stato riconosciuto come un esperimento rivoluzionario con le proprietà formali dei fumetti.
Di solito cerco di non preoccuparmi dell'accoglienza di una nuova uscita, ma è un po' sconcertante vedere una risposta così furiosa e meschina nei confronti di un film ambizioso di uno dei più grandi tecnici del cinema, Credo che potremmo tutti imparare qualcosa dalla delicata fragilità di questo film, dalla prospettiva che offre e dalla sincerità del suo messaggio. Uno spaccato americano ma anche un riquadro del mondo e nella sua evoluzione, le storie si sovrappongono nella sceneggiatura di Eric Roth con naturalezza e talvolta regalando delle svolte molto toccanti. Come Boyhood, l'ultimo film di Zemeckis non si concentra sui grandi gesti, ma piuttosto sul culmine finale della sua costruzione narrativa e del suo stile formale. Sono le piccole cose che, nel corso del tempo, iniziano ad accumularsi, mescolarsi e alternarsi, spesso convergendo in stadi teatrali di tono e atmosfera. L'effetto complessivo della struttura narrativa in movimento ha finito per colpirmi come un camion.
Ecco un film interessante nel senso che cerca di raccontare un'idea semplice in modo unico. L'idea di provare a raccontare una storia ambientata in un luogo specifico potrebbe non essere nuova (vedi "La parola ai giurati", tra gli altri), ma deve essere una delle più ambiziose, cercando di raccontare questa storia attraverso più generazioni e ed epoche storiche. Nel complesso, direi che è un film piacevole, innovativo, con un buon cast e un cuore grande.Tom Hanks e Robin Wright funzionano a meraviglia e sonk indescrivibili, ma non da sottovalutare Paul Bettany e Kelly Reilly. Da una piuma a un colibrì, una chiusa interessante con quello stesso stile iniziato con Forrest Gump ben trent'anni prima dallo stesso Zemeckis con Eric Roth (a cui si aggiungono di nuovo Don Burgess alla fotografia e Alan Silvestri alla colonna sonora).
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