Possessor (2020) Figlio di buona Body Horror

Era da parecchio che aspettavo (e non vedevo)  il cinema di Brandon Cronenberg, con un cognome così non vi è bisogno di alcuna presentazione con trombe, fanfare e tappeti rossi. Già con Antiviral si era dimostrato non solo un figlio d'arte, ma anche un buon cineaste con un'idea propria. Confronto a tanti figli di papà che ci finiscono un po' per caso a ripercorrere le orme di famiglia, e in prevalenza capita di riscontrare una fastidiosa superficialità di fondo, un'agiatezza di chi ha tutto pronto, fondi e un cognome che è sinonimo di garanzia e curiosità, ma spesso il tocco autentico paterno s'interrompe nella discendenza, non assimilato, Brandon osando e perchè no, sbagliando appare inculcato genuinamente al gene di famiglia. Nel periodo più classico del padre, Brandon ripercorre Videodrome questa volta, con l'impostazione rigorosamente indipendente, e con un tocco già formato a tal punto da poter già ora fare previsioni fortunate sul suo futuro nel cinema indipendente. Oltretutto troviamo un cast molto interessante: J.J. Leigh che avevamo già visto con un altro Cronenberg (quasi similare nei temi) e che tiene banco come sempre, l'esplosiva è talentuosa Riseborough, il sempre gradito Sean Bean, l'affascinante Tupplence Midletown 8 acui affianco pure Kaniehtiio Horn), un altro figlio d'arte che porta il nome di Russif Southerland ed infine il più che adatto Christopher Abbott. Completano il cast creativo: la ricercata fotografia allucinogena straniante di Karim Hussain, il cyber delirante montaggio di Matthew Hannam e la viscerale colonna sonora di Jim Williams.

La trama vien da sé: un'agente lavora per un'organizzazione segreta che usa la tecnologia del trapianto di cervello per impossessarsi del corpi delle persone e spingerli a commettere omicidi per conto di clienti benestanti. Aver scritturato Jennifer Jason Leigh è un evidente omaggio alla designer di videogiochi di eXistenZ infatti Possessor sebra completare questa sorta di trilogia cominciata dal padre David nel 1983 con Videodrome con la trasformazione della televisione in Nuova Carne, proseguita nel 1999 proprio con eXistenz che abbatteva in anticipo sui tempi i limiti tra realtà fisica e virtuale e nel 2020 con questo Possessor che specula sull’eterodossia dei comportamenti imposta dai social network attraverso l’utilizzo dei Big Data. Brandon Cronenberg, consapevole della sua sceneggiatura, la storia della possessione digitale/corporea di cui serve la killer Vos Tasya va a pescare dritta nei capisaldi del genere, da Ghost in the shell alla trilogia di Matrix ma perfino in prodotti commerciali come Assassin’s Creed. La fantascienza minimale è ben fusa con la vena body horror: le mutilazioni, le allucinazioni, il sesso sono una trinità congeniale alla storia che non tralascia neanche dei colpi di scena che nessuno avrebbe mai chiamato.


In conclusione: Brandon Cronenberg con Possessor rielabora i temi paterni. La cinematografia del padre è ben presente in tutto questo film che descrive quello che può essere definito come un duello tra due menti per il possesso del corpo. Tuttavia c'è da rilevare che in questa rielaborazione, il figlio non rimane prigioniero di un'eredità pesante come è quella di uno dei cineasti più grandi che il cinema abbia conosciuto. Riuscendo ad attualizzarli, introducendo ed approfondendo il cinema del padre, con l'avvento dei social media, che David Cronenberg aveva in qualche modo profetizzato, Brandon con la collaborazione delle convincenti intepretazioni di Abbiot e la Risemburg mostra un universo nichilista e quasi senza via d'uscita, dove questa nuova forma di capitalismo divora etica e morale. Molto elegante a livello formale con buone sequenze ed esplosioni di violenza gore, Brandon Cronenberg compie un altro passo dall'affrancarsi dalla pesante eredità paterna.

Commenti

  1. Risposte
    1. Si senza dubbio è la parte più invitante, poi il resto vien da sé!

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  2. Totalmente d'accordo, a partire dal titolo del post che è geniale, fattelo dire ;-) Cheers

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    1. E' quello che mi è venuto subito in mente! Comunque stavo leggendo su The Guardian una sua intervista, se mai ti capitasse dalle uno sguardo.

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  3. Mmm devo vederlo. Non conosco questo film. Provvederò

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    1. E' recentissimo, quindi è normale che tu non ne abbia sentito parlare. Qui in Italia è uscito direttamente su MUBI.

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