Evil Dead (2013) La sagra del rifacimento cattivissimo, La Casa di Fede Álvarez

Il fatto che il prossimo anno è in attesa l'uscita del nuovo capitolo dedicato al cult di Sam Raimi, che porta il nome di Evil Dead Rise, mi è venuta voglia di rivedere un tentativo di aggiornare e rendere contemporaneo un film che ha fatto storia, me lo ricordavo molto più accattivante e più incisivo, nonostante alla fine dei conti la cattiveria sia stata totale e anche godibile nella sua messa in scena. Non tutto il male vien per nuocere (tranne nella pellicola, lì dilaga come una pioggia di sangue) da questo progetto si è riusciti nel ricreare una certa voglia di continuare la saga e abbiamo avuto la godibilissima serie Ash vs Evil Dead, con tanto di Bruce Campbell. Già nel 2004 si parlava di un quarto capitolo della saga di Evil Dead, però tutto rimase fermo, più avanti nel 2011 si propose l'idea di un nuovo film ma che non seguisse la storia originale. Il risultato di questo processo di stasi portò alla produzione da parte di Sam Raimi, Bruce Campbell e Robert G. Tapert di questo Evil Dead.Il regista Fede Alvarez fu richiesto direttamente da Sam Raimi, stupito dal suo corto pubblicato su Youtube, successivamente Fede Álvarez e Rodo Sayagues scrissero la sceneggiatura, che venne poi modificata da Diablo Cody nel tentativo di americanizzare i dialoghi poiché l'inglese non era la prima lingua degli scrittori. Il risultato fu un successo, da un budget di 17 milioni ne furono incassati quasi 100 in tutto il mondo, decretando così la rinascita della saga.
La trama vien da sé: due uomini catturano una ragazza nel bosco. La donna si risveglia in un seminterrato, dove un'anziana signora, leggendo il Necronomicon Ex-Mortis, stabilisce che la ragazza è posseduta e che l'unico modo per salvarle l'anima è bruciarla viva. All'inizio lei implora di essere liberata, di non sapere di cosa stessero parlando, ma davanti all'indifferenza degli astanti e del padre, si rivela essere veramente posseduta e viene bruciata. Tempo dopo, cinque amici si ritrovano in una casa nel bosco per passarvi del tempo. Il gruppo è composto da Mia, una tossicodipendente che da tempo tenta senza successo di smettere con la droga, suo fratello David, col quale ha un rapporto conflittuale avendola lasciata ad accudire la madre affetta da disturbo mentale, Olivia, una giovane infermiera loro amica, Eric, il migliore amico di David, e Natalie, con la quale David si è da poco fidanzato. Non puoi battere Raimi nel suo stesso sanguinoso e pazzo campo, neanche se hai dalla tua lo stesso Raimi alla produzione con il mitico Bruce Campbell, però puoi onorarlo e questo mi va bene. Fede Alvarez non ci prova neanche ad emulare lo stile di Raimi, non si ritrova quel taglio volutamente assurdo che aveva l'opera originale, quell'essere sopra le righe che rese il capostipite un punto di svolta nel cinema horror. Però riesce nell'essere cattivissimo con pochi effetti speciali e tanto uso del make-up vecchia maniera. Jane Levy ottima per il ruolo, forse è anche grazie alla sua prestazione che certe scene risultano molto più efficaci (del resto si fece seppellire veramente, oltretutto una bionda che si fa mora) e anche i restanti se la cavano discretamente.
Per fortuna non è stato concepito come un vero e proprio rifacimento del capolavoro di Raimi, bensì più come una pellicola che ne trae ispirazione. Il ritmo non cade mai di tono nonostante non manchino un paio di scene che non convincono del tutto. Il livello dello splatter viene rispettato (c'è letteralmente una pioggia di sangue) anche con sequenze disturbanti e l'atmosfera, come d'altronde nell'originale, viene mantenuta cupa e claustrofobica per tutto il tempo. Insomma, un horror soddisfacente dove per la recitazione degli interpreti non c'è nulla da dire. Nella versione originale il basso budget e la sana pazzia di Raimi sfociavano in effetti speciali che chiamarli artigianali è un eufemismo e un uso gore sfrenato giustificava la presenza di un’ironia o meglio un’autoironia che fecero della casa un vero feticcio. Alvarez trasforma tutto questo in una truculenza diretta, prende seriamente il suo compito usando uno splatter diretto ma mai compiaciuto. Lo spettatore viene violentato da un punto di vista visivo e, forse, l’assenza di un qualcosa che stemperi questi 91 minuti di squartamenti, amputazioni e sangue a ettolitri si rivela l’elemento più debole della catena. Ci troviamo comunque di fronte a un prodotto di pregevole fattura con le sue scene che difficilmente dimenticheremo come le amputazioni varie di arti e lingua, che ci ha fatto conoscere un bel talento latino e che fa ben sperare.

Commenti

  1. Semplicemente ci sta, e si lascia ben vedere ;)

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    1. Speriamo che Alvarez riesca nello stesso intento con il suo nuovo capitolo della saga di Alien.

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