Road House (2024) Il duro del Road House 2.0


Direi che tutto sommato il produttore Joe Silver è riuscito nel riproporre un cult degli anni 80 come "Il duro del Road House" nelle migliore delle ipotesi possibili. Affidare la regia a un regista come Liman e la parte principale, che fu di Swayze, a un attore carismatico come Jake Gyllenhaal sono state scelte opportune, forse un po' meno evitarne l'uscita al cinema ma quello è un aspetto che merita ben altra discussione. Altra carta convincente è l'implementazione di un divo/lottatore (di stampo irlandese) come può esserlo Conor Anthony McGregor nella veste della nemesi/cattivo principale presentato a modi di Terminator (con tanto d'italiano, vedere per credere), dovendo fare una sola cosa (cioè la "testa di cazzo") l'atleta marziale ci è riuscito benissimo.



La sceneggiatura ammicca alla natura western del primo film più di una volta, a volte anche esplicitamente nei dialoghi, questo comporta che gli sceneggiatori si sono studiati bene il perché il film originale abbia ottenuto il successo che si porta dietro, ma sceglie ovviamente di tralasciare la parte smaccatamente anni 80 optando per una regia/contenuti più di stampo inizio 2000 (dalle parti di "Trappola in fondo al mare" per comprendere), in questo la regia di Doug Liman abbraccia tutta l'enfasi del film, che tralascia il romanticismo per uno stampo più action ma comunque pregno di una certa ironia. Il cast di contorno risulta di supporto negli archetipi che riveste per la storia narrata, né più né meno, quindi vengo a mancare certi aspetti che avevano dato una marcia in più nel film originale (in particolare intrallazzo amoroso e amico carismatico sopratutto), ma può anche andare bene.



Buona la fotografia di Henry Braham e anche la colonna sonora scelta da Christophe Beck, che si avvale pure di un ottimo pezzo di Post Malone (che ha lui stesso un piccolo ruolo ad inizio film) Un rifacimento furbo, che aggiunge e toglie al pari dei difetti e pregi che può offrire allo spettatore, sia a quello che conosce l'originale sia a quello appartente alla nuova generazione che guarderà il film. Interessante l'idea poi di ambientarlo nel bellissimo arcipelago delle Florida Keys (in Florida), citando così anche un grande americano come Ernest Hemingway (senza contare il mitico Fred l'albero) che passò là quello che gli restava dei suoi giorni, assieme ai suoi micioni polidattili. In buona sostanza Amazon produce un rifacimento che rispetta le radici, aggiunge e toglie qualcosa visto l'aggiornamento ai giorni nostri e non tradisce l'anima spaccona per cui il film con Swayze è ricordato.



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