The Watchers (2024) Il cinema del mistero di Shyamalan, di padre in figlia
Tutto sommato la nostra cara Ishana porta avanti degnamente il nome della famiglia Shyamalan nel cinema, elabora quella che è a tutti gli effetti un'opera che ci si aspetta da una figlia d'arte. Nel dettaglio risulta un connubio tra il tipico mistero dei film del padre a metà carriera e il buonismo spiegativo dell'ultima fase, in questo si possono notare sia pregi difetti di questo tipo di trame. Interessante però è il soggetto scelto da Ishana e poi adattato per il film, il libro di base scritto da A. M. Shine ha una venatura fantasy interessante e che affonda le radici nel folklore classico con il giusto piglio, tanto che sembra fatto apposta per un film di Night.
La regia diversamente dal padre è più pacata e gira meno sulle sue classiche scelte d'impostazione di ripresa, questo per certi versi è anche un bene, risulta quindi più aperta e meno chiusa nell'ermetismo virtuoso tecnico. Ottima la scelta di concendere il ruolo principale alla mitica Dakota Fanning, che come il vino invecchia benissimo e può permettersi determinate prestazioni davanti alla telecamera, non male anche il resto del cast. Se questo è un primo passo nel mondo del cinema direi che è riuscitissimo per la giovane regista, sperando che in futuro sappia discostarsi dal padre scegliendo una propria e definita visione personale dei suoi soggetti.
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