The Texas Chainsaw Massacre 2 (1986) Non aprite quella porta - Parte 2, tempesta di motoseghe
Tobe Hooper a distanza di 13 anni rimette mano al suo cult più classico, enfatizzando però la parte più incline alla commedia nera e al grottesco, nonostante la dinamica horror sia presente e marcata nella costruzione della tensione, diventando a tutti gli effetti un luna park dell'orrido e del gore, questo coadiuvato anche dagli effetti speciali del solito Tom Savini.
Inizia in modo divertente, diventa disgustoso, poi diventa stupido, poi diventa più raccapricciante e depravato di quanto tu possa immaginare, poi di nuovo stupido, infine, estremamente divertente. Nonostante tutte le risate, la famiglia Sawyer è così essenzialmente repellente da potersi considerare effettivamente spaventosa. Laddove il primo film era in realtà piuttosto parsimonioso con il sangue e invece risuonava di tensione e terrore insopportabili per la sua atmosfera di follia maledetta e degrado rurale, questo è una chiusa infinita di deflusso da mattatoio industriale.
È qui che scopriamo il vero orrore di questo film: il Texas stesso. Questo film presenta l'intero spettro degli stereotipi del Texas, dai cannibali mutanti ai tipi con cappelli da cowboy, alle Mercedes che guidano ragazzini ricchi. I Sawyer aprono la loro cucina in un disgustoso parco divertimenti abbandonato chiamato "Texas Battle Land" che celebra la storia singolarmente stupida e intrisa di sangue di quello stato. In una scena, "Lefty" di Dennis Hopper sfonda un murale di Davey Crockett all'Alamo e diversi quintali di intestini fuoriescono da dietro il muro. Hooper ci sta mostrando che lo stato che si considera il proprio paese, ma anche più americano che in qualsiasi altra parte del paese, è un gigantesco manicomio composto da cani assetati di sangue che devono essere abbattuti o da bovini umani che si abbuffano di altre persone.
Questo sequel sta al primo film come Gremlins 2 sta a Gremlins, un esagerazione tale ma davvero ampia degli elementi che però ne riflette l'anima dell'autore. La fotografia di Richard Kooris, i costumi di Carin Hooper e le scenografie elaborate da Cary White rendono a tutti gli effetti questo film il sogno bagnato di Rob Zombie, il quale ha sempre poi tentato di rielabore (per non citare) questa messa in scena in ogni suo video musicale o film. Dire che il cast è sopra le righe sarebbe riduttivo, esclusa la prova della Scream Queen del film Caroline Williams, ogni attore messo in scena è una maschera del puro orrore e disgusto in salsa south: Jim Siedow, Bill Moseley, Bill Johnson e infine Dennis Hopper mettono in scena personaggi fuori testa e dannatamente grotteschi da risultare esilaranti. Hooper optando per la pura commedia nera di sicuro perde la magia del primo film, ma grazie al budget ci guadagna nel comparto tecnico ed è una cosa tutta da vedere.
A suo modo cult, ma troppo baracconesco per piacermi davvero.
RispondiElimina