Sous la Seine (2024) Uno squalo mutante a Parigi


Dopo i ragni ora tocca agli squali, probabilmente è un passo dovuto della New Wave francese del genere horror (in questo ricadiamo nel sottogenere Uomo vs. Natura). Dopo aver affrontato tematiche come slasher, splatter, body horror e soprannaturale ora si avvicina al genere monster (che è uno dei miei preferiti). Xavier Gens non è da sottovalutare, è lui che ha dato il via alla rinascita del genere horror in Francia assieme a Pascal Laugie, Alexandre Aja e il duo Alexandre Bustillo & Julien Maury. Le registe Julia Ducournau e Coralie Fargeat sono figlie di questa corrente cinematografica.



Il film di Gens è formalmente un connubio tra l'approccio di Spielberg (in questo la sexy bionda sindaca di Parigi sembra un cattivo da corporazione imperialista) e quello di Renny Harlin (la mutazione) per il genere degli squali, se da un lato troviamo la parte umana con tutto quello che gli conviene vi è di controparte una scelta eccentrica in salsa action. Nulla toglie che l'incipit e l'epilogo risultano le parti con più mordente, l'inizio con il piccolo di capodoglio morente tra la plastica nel mare è un chiaro messaggio ecologista davvero forte, come il catarsi del finale che non risparmia nulla al caso. Per ingranare ci vuole un'ora dopo l'inizio, ma il lascito che si crea nella mezz'ora finale vale il tutto, anche perché totalmente inaspettato.

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