Three Thousand Years of Longing (2022) Il Genio di George Miller


Anche se può sembrare un film di transizione nella carriera del regista Miller, nonostante introduca scelte narrative/attori che vedremo anche nel recente "Furiosa", il film è un'ennesima dimostrazione dell'abilità e conoscenza nel saper adattarsi a tempi cinematografici diversi con lo stesso talento di sempre. Questa volta tocca al fantasy di matrice sentimentale, tutto elaborato attraverso l'estetica della magia orientale ambientato tra viaggi nel tempo narrativo nella vecchia Costantinopoli fino ad arrivare alla moderna Londra.



Perfetta Tilda nel ruolo dell'emarginata spostata-geniale-di talento-solitaria scrittrice di successo e di conseguenza spicca come controparte Idris Elba che fa il belloccio-misterio-magico-divino nel ruolo del genio. Viene messe alla prova la capacità dello spettatore di saper sognare o di comprendere il valore che vi è dietro alla fantasia, come un vecchio racconto da "Mille e una notte" la variabile dell'amore fa sempre capolino immancabilmente, un cinema vecchio stampo ma anche dannatamente moderno nel linguaggio e nell'uso delle tecniche cinematografiche di ripresa come negli effetti speciali. Una favola moderna agrodolce (basata su uno dei racconti della raccolta del 1994 "Il genio nell'occhio d'usignolo" The Djinn in the Nightingale's Eye, scritta da Antonia Susan Byatt) adattata da uno dei virtuosi del cinema: il film spesso lotta con l'impatto che la scienza e la tecnologia potrebbero avere sul nostro antico senso di meraviglia e questa è un'altra chiave di lettura interessante.




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