The Messenger : The Story of Joan of Arc (1999) La Pulzella d'Orléans secondo Luc Besson


Originariamente questo film doveva essere solo prodotto da Besson, alla regia invece doveva essere presente la Bigelow ed il titolo era Company of Angels e vedeva Jay Cocks alla sceneggiatura. La regista ambiva a questo progetto da circa una decade, purtroppo a causa di malumori con Besson (tra i quali la scelta di mettere Milla Jovovich come protagonista, al tempo sua moglie) vide sfumare il suo film e Luc salito al volante del lungometraggio fece le sue scelte di casting forte anche del successo del Quinto Elemento.


Besson impone la sua visione su di un tema che vanta che vanta illustri predecessori (Fleming, Dreyer, Rossellini) cavandosela in particolare nell'azione. Nonostante qualche esagerazione, si possono trovare una sontuosa tecnica alla regia ed una sceneggiatura (scritta dal regista assieme a Andrew Birkin) che rilsuta un sicero tributo (in chiave personale) biografico più che un blockbuster franco/hollywoodiano. L'immagine della Pulzella d'Orléans viene variata trasformandola in qualcosa di diverso dalla messaggera di Dio e diventa una donna affetta da schizofrenia. Giusta o sbagliata che sia questa idea Besson ha avuto una certa dose di coraggio a portarla avanti.


Il cast è ottimo: la Jovovich (in quella che attualmente è la sua più significativa interpretazione) risulta credibile nella sua caratterizzazione ad un personaggio complesso e controverso dove la fragilità della Jeanne ragazza arrivano al cuore grazie ad un'interpretazione quasi isterica ed invasata, Dustin Hoffman regala una prestazione mistica e tenebrosa allo stesso tempo senza cadere nel macchiettistico, i restanti attori iniziando da John Malkovich passando poi per Faye Dunaway senza scordarsi di Tchéky Karyo e Vincent Cassel supportano ottimamente nelle loro varie prove attoriali. "Giovanna D'Arco" resta un film eccellente, cruento e soffocante fin dalle prime sequenze fino ad esplodere in un acuto ed amaro epilogo. Rimangono molte cose nella mente come le pazzesche sfide belliche l'audacia di Giovanna e il debordante "Chi mi ama mi segua!".

Evocative nella ferocia le scene di battaglia supportate dalla bella e abbagliante fotografia di Thierry Arbogast, costruite molto realisticamente e infervoranti al punto giusto e qui Besson ha messo in mostra ciò che sa fare meglio. Bellissimi i costumi di Catherine Leterrier senza parlare poi delle scenografie di Hugues Tissandier. Altre sequenze che vanno citate sono quelle riguardanti il comparto onirico, ben realizzate (con un montaggio delirante di Sylvie Landrae) dalle tinte leggermente horror. Menzione d'onore per le composizioni del mitico Eric Serra che sfoggia un tratto molto evocativo ed anche apocalittico come la bellissima Angelus in Medio Ignis.

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